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STUCCO E DINTORNI
con "Come fare con Barbara"
Mescolato con resine e colle viene utilizzato in edilizia come elemento di giuntura tra due elementi o per la rasatura delle pareti.
Il gesso è più duro, è a presa molto rapida e tira poco dopo la posa.
Lo stucco, invece si asciuga più lentamente (circa un paio di ore) ed è più lavorabile rispetto al gesso e più adatto alla rasatura della parete.
Quale scegliere? Lo stucco in pasta è decisamente più comodo, basta aprire la confezione e applicarlo: che tipo di dubbio ci può mai essere? Ebbene, a meno che non usi subito tutta la confezione, o dopo l’utilizzo questa non venga sigillata perfettamente con del nastro adesivo per non fare entrare l’aria, le probabilità che lo stucco sia in buono stato dopo 6 mesi, quando sicuramente dovrai stuccare un altro buchino, sono bassissime.
Stufa di buttare barattoli di stucco secco, alla lunga la mia scelta è caduta sullo stucco in polvere, leggermente meno pratico sul momento ma infinitamente più duraturo.
Questo stucco si vende in pacchetti, non secca mai (è polvere!) e si diluisce con poca acqua. La densità deve essere quella di una crema perché se è troppo liquido cola via dal buco, se invece è troppo denso non si riesce a stendere correttamente. Lo stucco indurisce rapidamente. Quindi, se sei alle prime armi e la superficie è grande, ti consiglio di prepararne un poco alla volta, altrimenti rischi che si solidifichi prima della fine del lavoro.
Lo stucco si applica con una spatola metallica che varia di dimensione a seconda della superficie da trattare. Si va dalle spatoline metalliche utilizzate dai restauratori, larghe un centimetro o poco più con una parte piatta stondata e flessibile ad ogni estremità, a quelle con il manico di legno o di plastica, passando da quelle completamente senza manico. Tutte esistono in varie dimensioni.
Quale scegliere? Escludendo quelle da restauro che sono molto specifiche e molto piccole, secondo me poco adatte a stuccare buchi di grandi dimensioni, le altre le scelgo in base al lavoro da fare. Quelle senza manico mi sembrano più flessibili ma se dovessi acquistarne una sola sceglierei quella con il manico perché può essere utilizzata anche per grattare la parete, ad esempio per aprire le crepe prima di stuccarle, per togliere delle imperfezioni o i residui della carta da parati, insomma sono più versatili.
Perché la stuccatura riesca bene è indispensabile che non ci siano parti mobili, friabili o polverose nella parte da stuccare. Nel caso ci fossero, vanno rimosse con la spatola, carteggiando o spolverando. Questo passaggio è molto importante perché lo stucco deve potersi aggrappare bene alla superficie e se c’è uno strato di polvere o la parte è friabile, le particelle si mischiano allo stucco impedendo questo ancoraggio
Una volta stuccato bisogna lasciare asciugare. Lo stucco è perfettamente asciutto quando cambia colore e diventa di un bel bianco.
Nella maggior parte dei casi, se il buco è molto profondo, asciugandosi lo stucco viene risucchiato verso l’interno del buco, crepandosi. Ci possono volere anche 3 passaggi, sempre lasciando asciugare bene tra uno e l’altro, per arrivare ad ottenere una stuccatura perfettamente liscia.
Trucco del mestiere 1: Se il buco è particolarmente profondo conviene riempirlo leggermente, anche solo con un pezzettino di carta di giornale arrotolata e pressata, prima di iniziare la stuccatura. Questa operazione evita che lo stucco venga risucchiato troppo diminuendo i passaggi necessari per ottenere una superficie liscia.
Trucco del mestiere 2: Se la parte da stuccare è curvilinea, dopo avere utilizzato stucco e spatola, e finché lo stucco è ancora fresco, ripassa il tutto con un pennello morbido bagnato con dell’acqua. In questo modo seguirai perfettamente le forme e non avrai praticamente bisogno di carteggiare.
Prima di dipingere, la stuccatura andrà carteggiata con una carta vetrata sottile (quella grossa rischia di rigare lo stucco o di rimuoverne troppo) e poi isolata con dell’isolante.
L’isolante è un liquido che potrete facilmente reperire in ferramenta; va diluito solitamente 1:4 (1 parte di isolante e 4 di acqua) o secondo le indicazioni del produttore, prima di passarlo sulla stuccatura con il pennello. Questo passaggio è fondamentale per la buona riuscita del lavoro perché se la parete non è perfettamente isolata la pittura “brucia”. Cosa significa? vuol dire che la pittura viene assorbita dal fondo in modo irregolare creando delle antiestetiche macchie scure, le bruciature appunto.
Lo stucco epossidico bicomponente esiste per diversi materiali tra cui metallo e legno.
Una volta asciutto diventa molto duro e questa è la grossa differenza con lo stucco normale.
Io ad esempio l’ho utilizzato per chiudere non solo i buchi che avevo nel cassone posteriore del mio Ape car ma anche quelli in un pavimento di graniglia.
Lo stucco bicomponente indurisce in pochissimi minuti e anche qui il mio consiglio è di prepararne poco per volta .
Carteggiarlo è facile ed il risultato sull’Ape è impeccabile e anche sul pavimento di graniglia, dove sono passati anni ed è sempre perfetto!
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